
Arriviamo all’appuntamento clou dell’anno senza sapere chi sarà il nostro portiere e se ce ne sarà uno; poi, come per magia, ritroviamo IL portiere. Sicura, precisa fra i pali e fuori, forte come si era dimenticata di essere, non esagero dicendo che è fra i migliori estremi difensori visti in quel di Rimini.
Uniche pecche: tecnicamente sbaglia spesso il posizionamento della barriera, poi invece di venire al Pride si chiude in camera a lavorare (mezzo voto in meno perché pare abbia lavorato davvero).
Forse è servito perderti per ritrovarti migliore.

E’ l’esempio del fatto che gli stimoli non nascono dalle situazioni ma sono sempre e comunque dentro chi li sa trovare. Non ricordo un solo errore nelle prime due partite, paga un po’ di stanchezza contro Firenze (ma probabilmente viene conturbata dal fascino di colei che deve marcare), per poi riprendersi alla grande contro Robbina e compagnia.
L’agonismo vince sugli anni e ha il potere salvifico di regolarle perfino l’intestino notoriamente pigro.
Anche per lei mezzo punto in meno perché smarrona continuamente chi le passa vicino proponendo partite a tutto: dai racchettoni alla scopa napoletana.
Il tempo, intanto, crea eroi.

Arriva nella notte per la terza partita a dare una mano alle compagne spossate, tentando innanzitutto di darla sul culo di una ciclista inerme (ti abbiamo vista tutti). La stessa mano ne condiziona il rendimento portandole in dono un’insonnia che ne placa la vis agonistica, sulle altre prestazioni non abbiamo pettegolezzi, almeno non ancora.
Esibisce la solita grinta e marca il tabellino con due gol molto belli, a volte si innervosisce ma è il suo limite riconosciuto e non passa inosservato lo sforzo che fa a volte per limitarne gli effetti deleteri sulla squadra (il rotolone regina stavolta non la sfiora neppure).
Non c’è sconfitta nel cuore di chi lotta.

Cerca di fare il suo nonostante l’impegno più gravoso sia quello di capire in mezzo a quale strana accozzaglia umana sia finita. La ragazza si adatta subito alla grande fuori dal campo grazie alle doti oratorie che ne faranno un buon avvocato e dentro il campo ricoprendo con l’umiltà giusta l’ingrato compito di vice-Pitbull.
Mostra doti atletiche importanti, buona attitudine alla disciplina, e notevole pazienza, nonostante la temperatura caliente. Può e deve migliorare un po’ in precisione e freddezza.
Il buongiorno si vede dal mattino.

La sua presenza è in dubbio fino all’ultimo ma la sua aria da brava ragazza le fa compiere il miracolo di ottenere l’ennesimo periodo di ferie nonostante i giorni vacanzieri abbiano ormai superato di gran lunga quelli lavorati. Il suo impatto è graduale ma incisivo: nella prima partita provoca un autogol intervenendo di testa su lancio lungo, quindi segna il suo rigore e le sue tibie contro le laziali e battezza Firenze con un gol dei suoi.E’ la nostra Inzaga: diventerà giocatrice completa non appena migliorerà in personalità e verrà al Pride con le sue compagne di merende invece che studiare. Stia attenda alle sdraio e agli amori travagliati.
Bastone fra i denti.

Il suo gol contro il Magione è l’essenza della giocatrice che sa essere, fantasiosa e potente, altruista e talentuosa fino a sembrare sfacciata. Mantiene un livello di rendimento di assoluta eccellenza, mezzo punto in meno perché contro le Robbine si incaponisce alla ricerca della birra che si è giocata in spiaggia e si dimentica di passare il pallone a quelle che arrancano intorno a lei indossando la stessa sua maglia.
Cogliamo il suo lato tenerone nella maglietta del Pitbull, anche se dentro di lei si annida una belva che di notte si risveglia e emette suoni lugubri che tenta di spacciare come semplice russare.
Il talento è un’occasione da non sprecare.

Scatta l’ora dell’emergenza e come sempre durante l’anno, si fa trovare pronta a partire, anche se con qualche acciacco in più. Il caldo e la lunga inattività non le rendono semplice l’impatto con partite sempre tirate, e in più deve fare i conti con le alchimie tattiche del mister che le fa marcare l’avversaria sul possesso palla.
Si riscatta con una prestazione magistrale al Pride: cammina per ore sotto il sole, in ciabatte da doccia senza battere ciglio.
Siamo tutte contente nel leggere che il dietologo non le ha tolto il sorriso, proibendole tassativamente ogni sorta di cibo dietetico.
In fritto veritas.
Cap voto 7.5
Parte con il piede giusto, anzi con quello che meno ti aspetti: il sinistro.
Ha il merito di aprire le marcature con il piedino meno fatato. Corre, lotta, fa tanto movimento per cercare di aprire varchi utili per
le incurisioni dei lateriali e delle retrovie.
Sempre e comunque un leader: impreca sul gol concesso con Canna a terra e..si organizza la gita del sabato pomeriggio tornando distrutta ma fiera dei suoi ventaglietti e del bandierone che sfoggia tifando Robbine durante la finale.
Non si risparmia, dà fondo alle ultime energie contro la Libertas... in compenso torna a casa con una caviglia che pare una zampogna.
In qualche modo dovevamo convincerla di non essere ancora exatleta...
(Bocia)

Lasciato solo dai suoi assistenti si arma e parte, con la consapevolezza che la Sua squadra non tradirà le attese. Ci incoraggia, ci massaggia, ci spiega, ci crede sempre, soffre, gioisce e mangia le schifezze con noi.
Iniziammo a settembre con mille dubbi, finiamo a luglio con tante soddisfatte cartezze,
GRAZIE.
Hic sunt leones.

Un po’ sottotono rispetto alla precedente uscita di carattere sicuramente più festaiolo, ma sempre presente e tanto fa.
GRAZIE.
Il nostro uomo ideale.
Mignoneve, Pulce, Kappa, Paul, Fede…ci siete mancat*.